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lunedì 13 gennaio 2014

Rituali esoterici ed esiti fallimentari del cinema perturbante


Il cinema horror-perturbante si è spesso fatto ispirare dalle dinamiche delinquenzial-gruppali, e in particolare è il tema della "setta" (satanica o meno) ad aver sedotto molti registi, non ultimo ad esempio Timo Tajianto che nel secondo capitolo di "V/H/S" scrive e dirige un corto molto omaggiante nei confronti di quel sottogenere, e ci riesce anche bene per certi versi, rinverdendo un campo sempre molto difficile da coltivare. Ci prova dunque anche l'americano Mickey Keating con "Ritual" del 2013, film purtroppo debolissimo sotto ogni profilo, ma direi soprattutto sul piano della semplice rappresentazione di una setta esoterica che definire improbabile è un eufemismo generoso. Il budget di questo film è inesistente, d'accordo, ma qui è l'economia delle idee e del talento registico a fare innanzitutto difetto. Tali bugs originari determinano in quest'opera, in modo cristallino, il fallimento totale di ciò che possiamo definire Perturbante, almeno rispetto a come lo ha definito Freud nel suo saggio del 1919. Si veda, per ulteriori approfondimenti, anche il link qui sotto, dove ne parlo molto più diffusamente.

3 commenti:

  1. Leggerò poi l'articolo, a me Ritual è piaciuto nonostante i mega limiti: attori legnosi e certa lentezza, per non parlare della pochezza della rappresentazione della setta, ma ho trovato molto stile nel raccontare una storia striminzita e volutamente senza pretese :)

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  2. @ Simone: mh, io non ho trovato alcuno stile in questo film. Hai presente la sequenza in cui Tom arriva al motel e si trova di fronte alla porta della stanza in cui si trova la moglie Lovely? Quanti metri di pellicola ha usato Keating per fargli aprire quella maledetta porta? A che pro? Non so. Ed è solo uno di molti esempi che potrei fare. Ma mi interessa molto il tuo parere a riguardo.

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  3. Guarda, concordo anch'io che il film non sia niente di che, ma in tutta quella lentezza secondo me c'è volontà (ancora rozza e da affilare meglio) di mostrare una storia in modo diverso (penso anche alla scena di lei davanti allo specchio, infinita, ma con un suo perché), una storia semplice ma non banale, prevedibile ma raccontata bene - poi, sì, troppi dialoghi, pessimi attori, tanta attenzione visiva e il lavoro sulla setta è bruttino, ma sono curioso di vederlo al lavoro sul prossimo film :)

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